Si è svolto il 12 dicembre a Roma l'evento di presentazione dell'annuale rapporto sulla finanza territoriale realizzato dagli Istituti di ricerca regionali.
Irpet, Ires, Liguria Ricerche, Srm, Ires Piemonte e PoliS-Lombardia hanno affrontato quest'anno il tema del regionalismo asimmetrico.
La finanza decentrata del nostro paese stenta, ancora oggi, a superare gli effetti del lungo periodo di crisi. L’impatto positivo dell’allentarsi dei vincoli di austerità ne risulta rallentato.
La parte congiunturale del Rapporto, curato dagli Istituti di ricerca regionali, analizza l’evoluzione della finanza territoriale, alla luce delle politiche intraprese nel periodo più recente.
La parte monografica del Rapporto affronta quest’anno il tema del regionalismo asimmetrico, analizzando le richieste delle regioni e presentando possibili scenari conseguenti alle diverse proposte in termini di risorse coinvolte, qualità dei servizi offerti al cittadino, coesione territoriale.
In allegato il programma e il comunicato stampa che riporta alcuni elementi di sintesi del rapporto.
Disponibile una scheda di sintesi con il collegamento al testo integrale del Rapporto 2018, pubblicato in modalità accesso aperto.
In particolare i saggi raccolti nella prima parte del Rapporto sulla finanza territoriale per il 2018 forniscono documentazione e analisi su una componente fondamentale della finanza pubblica del nostro Paese.
La rilevanza della finanza territoriale risulta evidente solo che si consideri la quota di spesa pubblica complessiva che si realizza attraverso le azioni degli enti subcentrali: nel 2017 il 44,6% delle spese totali delle amministrazioni pubbliche – esclusi gli enti di previdenza – (al netto dei trasferimenti a enti pubblici) è stato compiuto dalle amministrazioni locali – pur in presenza di una sensibile flessione negli ultimi anni (era infatti il 47,2% nel 2011). Il ruolo degli enti territoriali è ancor più rilevante se si considerano gli investimenti pubblici.
Gli investimenti fissi lordi compiuti dalle amministrazioni locali rappresentano infatti il 53,5% del totale nazionale sia nel 2016 che nel 2017.
Investimenti che hanno subito una consistente contrazione nell’ultimo decennio – sia a livello di amministrazioni locali (salvo che nel 2015) che, sia pur in maniera altalenante, di amministrazioni centrali – per essere le relative decisioni di spesa tra le più sensibili all’andamento ciclico e alla generale crisi economica, ma che rappresentano un fondamentale volano per la ripresa della crescita economica locale e nazionale. Il nostro Paese sta lentamente uscendo dalla crisi economica – come testimoniano i dati della crescita del Pil a partire dal 2016.