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Salute, bioetica e management per i nuovi direttori in sanità

Milano (14 maggio 2019) – Ingegneria genetica, modelli integrati di gestione, meccanismi di finanziamento, organizzazione delle risorse umane e disciplina degli appalti: sono solo alcune delle competenze che chi aspira a diventare direttore di azienda sanitaria (DIAS) deve acquisire seguendo uno specifico corso. Obbligatorio per legge (d.lgs n.171/16), è la prima edizione del 2019 e viene organizzata a Milano da PoliS-Lombardia. In particolare, dalla sua Accademia di formazione per il servizio sociosanitario lombardo (AFSSL) che il 16 aprile scorso ha diplomato circa 500 professionisti, fra i quali 125 come direttori di struttura complessa (DSC) e direttori sanitari (DIAS).

L’avvio della scuola è previsto giovedì 16 maggio a partire dalle 9.30 e per tutto il giorno nell’aula di formazione Benaco-Verbano di PoliS-Lombardia in via Pola 12/B.

È l’unico corso in Lombardia che abilita i direttori in sanità

Il ciclo di lezioni è l’unico in Lombardia che consente, che prevede la legge, di ottenere l’abilitazione a direttore generale o amministrativo o sanitario o socio-sanitario. E permette l’accesso all’elenco nazionale dal quale le Regioni scelgono i manager che guideranno le aziende sanitarie pubbliche nei prossimi anni.

Tra l’altro, quando un manager dell’area socio-sanitaria viene nominato, ha diciotto mesi di tempo per ottenere il certificato di frequenza al corso di formazione abilitante, che è a pagamento, in materia di sanità pubblica e di organizzazione e gestione sanitaria.

Il paziente cronico e la legge lombarda

Uno dei focus del corso proposto in Lombardia è la riforma sanitaria regionale che garantisce la presa in carico del paziente cronico, introducendo la figura del gestore e attivando una stretta collaborazione con i medici di medicina generale (MMG).

I partecipanti al nuovo corso

Gli iscritti alla nuova edizione sono una quarantina e provengono anche da Roma, Bolzano, Torino, Modena e Biella. Anche se la maggior parte giunge da nove province lombarde: Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Milano, Monza e Brianza, Pavia. Una quindicina operano in strutture private.

L’organizzazione della didattica

Le lezioni, che dureranno 138 ore (comprendono anche due giornate di team building il 27 e il 28 maggio), saranno sviluppate in quattro moduli.

I partecipanti, suddivisi in due classi, inizieranno col conoscere i principali modelli del sistema sanitario in Europa, in particolare quelli di welfare adottati nel Regno Unito, in Francia, in Germania e nei Paesi nordici. E quello lombardo.

Dovranno anche sviluppare le proprie capacità per costruire un rapporto efficace con altre istituzioni, come i Comuni, l’Arpa, l’Inail e l’Inps. Conoscere il piano nazionale e regionale delle cronicità e organizzare l’attività in base ai bisogni sanitari quali-quantitativi emergenti (tipologia di ricoveri, prestazioni ambulatoriali, assistenza socio-sanitaria).

Il corso tratterà inoltre lo sviluppo di nuovi modelli integrati di gestione in Lombardia, in particolare il ruolo del “gestore” nelle strutture pubbliche e private, sanitarie e socio-sanitarie. Fornirà elementi per rafforzare il rapporto con i medici di medicina generale (MMG) e per utilizzare i dati (privacy e sistemi informativi).

Alcune ore saranno dedicate alla bioetica, con temi quali l’eutanasia, l’ingegneria genetica, la fecondazione, oltre all’avanzamento dell’innovazione tecnico scientifica, l’editing del genoma, la medicina di precisione.

I partecipanti apprenderanno elementi di economia, per saper gestire i meccanismi di finanziamento a livello nazionale e locale, la disciplina degli appalti, i sistemi contabili e di controllo, il budget e il bilancio. Acquisiranno capacità anche nella gestione e nello sviluppo del personale e del team di lavoro, con cenni sul ruolo della comunicazione aziendale in sanità e la valutazione della dirigenza.