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Parità di genere

Salari più bassi, una presenza nel mercato del lavoro più limitata nel tempo, un alto tasso di lavori part-time, anche involontario e, quindi, la prospettiva di pensioni al di sotto della fascia di povertà: è la fotografia della situazione femminile che emerge dal “Rapporto Lombardia 2019” predisposto dall’istituto regionale di ricerca e formazione PoliS-Lombardia.

Le donne lombarde sembrano sacrificare il proprio tempo libero (17,5% della giornata, rispetto al 20,6% degli uomini) a favore del lavoro familiare (18,5%), che risulta essere ancora caratterizzato da una gestione prevalentemente femminile alla luce del solo 7,6% del tempo investito giornalmente dagli uomini lombardi. Viceversa, le ore investite nel lavoro retribuito rimangono superiori tra gli uomini (15,3%) rispetto alle donne (8,1%).

La diseguaglianza nella suddivisione del tempo in ambito domestico si riflette anche sulla partecipazione alle attività sociali, con gli uomini che sono più propensi delle donne a partecipare ad attività culturali, sportive, ricreative fuori dalla cerchia delle relazioni familiari sia a livello nazionale (27,8% per gli uomini, 20,4% per le donne) che regionale (30,8% e 23%).

A fronte di un tasso di occupazione femminile cresciuto di tre punti percentuali, tra il 2013 e il 2018, quello delle donne tra 25 e 49 anni – fascia di età in cui si registra la maggiore concentrazione di madri con figli minori – è caratterizzato da un aumento più contenuto, dal 58,1 al 59,5%, mentre nei confronti delle mamme con figli tra 0 e 2 anni si stima un arretramento (-5,1 punti per le donne in un nucleo monogenitore e -1,3 per le madri in coppia).

Il “Rapporto Lombardia” approfondisce anche il “gender pay gap”. Risulta che la retribuzione delle donne operaie in Lombardia (23.589 euro) nel 2018 è in linea con il valore medio nazionale (23.120 euro), ma risulta essere inferiore del 12,1% rispetto alla RAL (retribuzione annuale lorda) degli uomini lombardi che svolgono la stessa mansione (25.582 euro), una percentuale di gender gap maggiore rispetto al 10,6% nazionale.

Regione Lombardia ha investito oltre 10 milioni di euro per finanziare progetti a favore della conciliazione vita-lavoro e il welfare aziendale, anche in partenariato con soggetti privati. Tra le misure adottate vi è il “Bonus famiglia” e “Nidi gratis”.

Importante anche il percorso contro la violenza di genere: i servizi territoriali hanno raggiunto l’intera copertura territoriale regionale. Le reti antiviolenza in Lombardia sono 27 e al loro interno operano 50 centri e 74 case rifugio.