Lo studio presenta una stima del residuo fiscale delle regioni italiane costruita attraverso la regionalizzazione delle entrate e delle uscite facenti capo all’intero aggregato della Pubblica amministrazione.
La quantificazione della differenza tra quanto un territorio versa all’operatore pubblico sotto forma di imposte e quanto da esso riceve sotto forma di servizi è funzionale a comprendere in quale misura l’attuale assetto dei rapporti Stato-Regioni consenta di garantire un equo trattamento di tutti i cittadini, indipendentemente dal territorio di residenza.
L’analisi evidenzia la presenza di ingenti differenze tra le regioni italiane, con residui fiscali positivi al Nord, soprattutto nelle regioni a Statuto ordinario, Lombardia in testa, e negativi al Sud.
Un altro aspetto evidenziato dal lavoro è la persistenza nel tempo della situazione di squilibrio tra territori con residui fiscali positivi e territori con residui fiscali negativi.
Un eventuale riallineamento dei saldi potrebbe essere conseguito attraverso tre strade:
il superamento dei criteri di ripartizione delle risorse statali basato sulla spesa storica,
la rimodulazione della struttura impositiva e dei meccanismi perequativi,
l’individuazione di nuovi margini di autonomia regionale che consentano di trattenere una quantità maggiore di risorse.
Il documento è stato presentato il 5 novembre 2014, presso la sede del Consiglio regionale a Palazzo Pirelli, nel corso di una seduta congiunta delle Commissioni consiliari permanenti I "Programmazione e bilancio" e IV "Attività produttive e occupazione".
Dirigente di riferimento: Alberto Brugnoli, Éupolis Lombardia
Project Leader: Antonio Dal Bianco, Éupolis Lombardia
Gruppo di ricerca: Antonio Dal Bianco, Elena Carniti, Éupolis Lombardia
Gruppo di lavoro tecnico: Luciana Fedrizzi (Dirigente responsabile), Antonella Agosti, Fabrizio Benaglia, Laura Gabetta, Manuela Venuti
Committente: Consiglio regionale della Lombardia
Dati di pubblicazione: Rapporto finale, giugno 2014
Codice ricerca: IST13014