Le manovre di finanza pubblica adottate in risposta alle indicazioni della Commissione europea, l’approvazione del Fiscal compact, l’introduzione del pareggio di bilancio a livello costituzionale e le decisioni dei giudici di Palazzo della Consulta hanno ridefinito i confini mobili delle competenze regionali, erodendo progressivamente spazi all’autonomia materiale delle Regioni e ridisegnando un nuovo assetto dei rapporti tra centro e periferia.
In questo quadro si inseriscono le proposte di riforma del Titolo V della Costituzione che cercano di riportare nell’orbita delle competenze statali una parte delle materie concorrenti previste dall’art. 117 della Costituzione. L’ultima in ordine di tempo è il d.d.l. costituzionale n. 1429 del governo Renzi, che prevede lo soppressione della stessa categoria di materie e funzioni concorrenti e l’esercizio della eventuale delega da parte dello Stato a favore delle Regioni.
È in questo clima che si riaccende il dibattito sull’opportunità o meno di avviare una nuova stagione di politiche industriali per cercare di risolvere alcuni dei problemi cronici che affliggono il sistema produttivo. L’internazionalizzazione delle imprese e dei sistemi produttivi è considerata una leva strategica per rilanciare la crescita economica in un momento di stasi della domanda interna.
Il sostegno pubblico alle imprese coinvolte in processi di internazionalizzazione è frammentato su diversi attori (Ministeri, Regioni, Camere di commercio, agenzie specializzate) e ha spesso denotato un deficit di coordinamento complessivo.
Alcune riforme attuate nel recente passato hanno ridisegnato i rapporti tra i soggetti che concorrono ad attuare le politiche promozionali, soprattutto a favore delle Camere di commercio. Il ruolo dei Governi regionali è stretto nella morsa di una nuova spinta centralista e la riduzione complessiva delle risorse destinabili al sostegno delle imprese.
L’amministrazione regionale potrebbe optare per orientare le politiche di sostegno dell’internazionalizzazione delle PMI a favore della formazione delle risorse umane e ad una maggiore integrazione con gli interventi per l’innovazione.
Il policy paper “L’autonomia regionale lombarda tra esigenze di risanamento dei conti pubblici e necessità di rilancio delle imprese del Nord, in particolare nell’internazionalizzazione” si compone di due parti:
nella prima viene analizzata l’evoluzione dei rapporti tra Stato e Regioni a seguito della crisi economica che ha investito l’Europa e presenta i contenuti principali delle proposte di riforma del Titolo V della Costituzione;
nella seconda parte viene esaminato il caso delle politiche per l’internazionalizzazione con riferimento alla situazione di Regione Lombardia.
Il documento è stato presentato il 5 novembre 2014, presso la sede del Consiglio regionale a Palazzo Pirelli, nel corso di una seduta congiunta delle Commissioni consiliari permanenti I "Programmazione e bilancio" e IV "Attività produttive e occupazione".
Dirigente di riferimento: Alberto Brugnoli, Éupolis Lombardia
Project Leader: Antonio Dal Bianco, Éupolis Lombardia
Gruppo di ricerca: Antonio Dal Bianco, Éupolis Lombardia, Alessandro Candido, Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza
Gruppo di lavoro tecnico: Luciana Fedrizzi (Dirigente responsabile), Antonella Agosti, Fabrizio Benaglia, Laura Gabetta, Manuela Venuti
Committente: Consiglio regionale della Lombardia
Dati di pubblicazione: Rapporto finale, giugno 2014
Codice ricerca: IST13013